Quella del presidente è una mossa che credo nessuno di noi abbia accolto con favore. Tuttavia il tentativo almeno di comprendere le ragioni di questa decisione va fatto. Credo innanzitutto che l'aspetto economico abbia il suo peso. Tornare sul mercato, non per cercare una guardia di riserva o un III play, ma con l'obiettivo di ridare qualità a questa squadra significa comprare almeno due ottimi giocatori (senza poter contare su grandi entrate viste le pessime quotazioni che si sono fatti i vari Garris, Davis, Janicenoks ecc...) e non credo che tutto ciò sia gradito dal presidente.
Sono però convinto che il ragionamento del presidente sia un altro: è TUTTA la squadra ad aver smarrito la strada, allenatore compreso. E la crisi dev'essere talmente profonda ed operante in ogni singolo giocatore da far pensare che una scossa (taglio di due o tre giocatori o cambio dell'allenatore o che so io...) non sarebbe sufficiente a ridare lo slancio giusto all'ambiente.
Ci vuole insomma un percorso di rimotivazione di tutto l'organico con una conseguente ricalibrazione degli obiettivi stagionali che a questo punto non possono che andare dalla salvezza (min.) all'entrata nei play off con uscita dignitosa (max).
La mia personale perplessità però è la seguente. Nel basket come in tutti gli sport l'aspetto motivazionale conta al pari di quello atletico e tecnico. Però, mentre l'aspetto atletico e quello tecnico si danno per acquisiti e stabilizzati in un giocatore maturo (per es. Janicenoks in allenamento a Riga o a Venezia fa sempre il suo 34% da tre, no?), l'aspetto motivazionale è un mix complesso di fattori. Dipende dalle ambizioni personali del giocatore, dalle ambizioni della società, dalle pressioni del coach, dal pubblico, dalla stampa ecc..L'elemento che aiuta il giocatore a mettere ordine in questo complesso di fattori è il coach.
Nel nostro caso il coach però è tra coloro che hanno perso la tramontana. Qui è l'errore. Affidare l'onere di far ordine ad uno che è evidentemente il più smarrito tra gli smarriti. Non credo di essere cattivo se ricordo che si è costruito la squadra congeniale al suo gioco e che di gioco non se n'è mai visto.
La fenomenale nazionale di pallavolo di Velasco aveva un grandissimo palleggiatore, lo ricorderete, Toffoli. Quando un attaccante sbagliava, Toffoli gli ridava immediatamente la palla. Tutti lo sapevano, l'attaccante, il muro e la difesa avversaria. Era uno stile di vita. Sbagli? Ok, ti do immediatamente la possibilità di rimediare chiedendoti uno sforzo in più, perché di là, dall'altra parte della rete, ti aspettano. Quindi tu devi essere più bravo, devi dare il meglio di te stesso per avere successo. Devi dimostrare di avere le palle.
Questo Natale segna il primo errore di Dell'Agnello. Brugnaro gli ha ridato palla, subito...vedremo se l'uomo ha le palle.